The Great Garbage Path 


Avete sentito parlare della Pacific Trash Vortex?
Si tratta di un enorme accumulo di immondizia galleggiante situata nell’Oceano Pacifico e che ha le dimensioni dell’Europa Settentrionale.

Le sue origini risalgono agli anni 80, iniziate a causa dell’azione della corrente oceanica dotata di un particolare movimento a spirale che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra loro creando un'enorme isola di spazzatura chiamata Great Garbage Path meglio nota l'Isola dei Rifiuti.

Considerata da anni una delle più grandi minacce all'ecosistema, questa incredibile discarica non solo non accenna a ridursi, ma secondo le ultime ricerche si sta addirittura espandendo.
Secondo i ricercatori, l'aumento della massa di immondizia galleggiante sta mettendo in grave pericolo i più piccoli abitanti dell'Oceano.

Mentre i rifiuti galleggianti di origine biologica sono sottoposti a biodegradazione, in questa zona oceanica si sta accumulando un'enorme quantità di materiali non biodegradabili come plastica e rottami marini. Anziché biodegradarsi, la plastica si fotodegrada, ovvero si disintegra in pezzi sempre più piccoli fino alle dimensioni dei polimeri che la compongono e la sua biodegradazione risulta difficile.

Il vero problema, che il galleggiamento di queste particelle plastiche hanno, che posseggono un comportamento idrostatico simile a quello del plancton, inducendo l'ingestione da parte degli animali planctofagi e ciò causa l'introduzione di plastica nella catena alimentare.
Quindi anche se pensiamo che non interessi a noi sfortunatamente non e così, il problema delle microplastiche risulta pericoloso per il regno animale e anche per l'uomo. In poco tempo (sempre se già non è avvenuto) ci ritroveremo a mangiare pesci e crostacei contaminati.

Secondo l'UNEP il Great Pacific Garbage Path sta crescendo così in fretta che, proprio come la Grande Muraglia Cinese, sta iniziando a diventare visibile dallo spazio.

Dobbiamo ripulire quello che abbiamo creato, ma la nostra più grande responsabilità è prevenire che la plastica non entri negli oceani.
Suggerimento: vediamo di ridurre il più possibile l'utilizzo della plastica, sostituiamo l'acqua in bottiglia con l'acqua del rubinetto che è di gran lunga la migliore, e se così non fosse ci sono molti sistemi atti a migliorarla!

Meglio riciclare, meglio usare la plastica realizzando creazioni di design, e regolamentare questi rifiuti.
Non è ancora arrivato il momento del "ormai è troppo tardi" ma quanto prima abbiamo bisogno che tutte queste soluzioni si combinano tra loro. Ognuno con il proprio compito e la propria responsabilità.

Se non facciamo nulla al più presto, secondo una ricerca della Ellen MacArthur Foundation di questo passo, entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci in mare.

E tu cosa ne pensi?


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