La terra ha bisogno del nostro aiuto

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Dopo avere visto nell’ultimo periodo immagini di: una tartaruga strozzata da un sacchetto di plastica, una balena con la pancia piena di immondizia, della ormai famosa Great Pacific Garbage Patch che si porta il peso di 87.000 tonnellate di rifiuti tra giocattoli, bottiglie, reti da pesca, elettrodomestici,...
Finalmente l’Unione Europea ha messo al bando la plastica monouso entro il 2021, ma nel frattempo alcuni problemi possono essere risolti da noi stessi, facendo innescare la rivoluzione.
Ecco undici esempi visionari e virtuosi a cui ispirarsi:



1. Javier Goyeneche, imprenditore

Imprenditore madrileno, 48 anni, nel 2009 incontra per caso un pescatore che gli racconta di quanti rifiuti raccoglie con le sue reti. Javier ha una folgorazione: usare quei rifiuti per produrre capi di moda sostenibili al 100 per cento. Nel 2015 crea una società che si chiama Ecoalf e lancia un progetto di economia circolare che coinvolge i pescatori spagnoli (e poi thailandesi) per raccogliere rifiuti. Ha riciclato più di 70 milioni di bottiglie e oltre 80 tonnellate di reti da pesca (ma anche pneumatici, tessuti, fondi di caffè). La linea della prossima stagione sarà prodotta ripulendo le spiagge delle isole thailandesi Phuket e Koh Samui.






2. David Mayer de Rothschild, esploratore

Nel 2010 ha attraversato il Pacifico con un catamarano, il Plastiki, costruito con 12.500 bottiglie di plastica (risulta tra le 50 migliori invenzioni dell’anno secondo il Time). Ha navigato 125 giorni, da San Francisco a Sidney, per accendere i riflettori sul problema della plastica negli oceani. Il rampollo più giovane della dinastia dei banchieri Rothschild non ha abbandonato la battaglia. Ora lo fa con una linea di abbigliamento sostenibile, Lost Explorer. Il suo motto? «Fare società con la natura».






3. Anne De Carbuccia, artista

Gira il mondo con un teschio e una clessidra, e compone installazioni con quello che raccoglie (detriti, rifiuti, bottiglie di plastica) per lanciare un messaggio: «Il pianeta sta morendo e il tempo che abbiamo per salvarlo è quasi scaduto». All’ultimo festival di Venezia ha presentato One Ocean, film con cui lancia una crociata contro la plastica. Che «sarebbe già vinta, se tutti smettessimo di usarla»






4. Barack Obama, ex presidente Usa

Sarà che ha passato l’adolescenza sulle spiagge di Honolulu, ma nessun presidente degli Stati Uniti ha fatto più di lui per gli oceani. Sua è stata l’iniziativa di creare la prima riserva marina dell’Atlantico, e di ingrandire quelle del Pacifico, così facendo ha aumentato di 20 volte le acque protette lungo la costa. Inoltre ha contrastato la pesca illegale e sostenuto politiche mirate a ridurre l’impatto ambientale.




5. Stella McCartney, stilista

Se esiste un podio dell’ecosostenibilità fashion, il gradino più alto spetta a Stella McCartney, figlia del famoso Paul dei Beatles . Nel 2017 con Parley for the Oceans (network di creativi per la tutela della vita marina) ha iniziato la sua battaglia contro la plastica. Ultima iniziativa, 50 zainetti Falabella GO, realizzati in plastica marina. Serviranno per finanziare la storica organizzazione Sea Shepherd.






6. Yvan Bourgnon, velista

È svizzero ed è uno dei velisti più celebri, abituato a imprese al limite dell’umano (come attraversare in solitaria l’Oceano Artico su un catamarano senza cabina). Nel 2016 ha fondato l’associazione The Sea Cleaners, e ha costruito un catamarano lungo 70 metri che, navigando, raccoglie la plastica che incontra e può stoccarne fino a 250 tonnellate e 600 metri cubi.





7. Adidas, azienda

L’obiettivo di Adidas è dichiarato: entro il 2024 usare plastica riciclata in tutte le scarpe del brand. La svolta è arrivata nel 2016, con la prima Ultraboost, fabbricata con il supporto di Parley for the Oceans. Nel 2017 ne ha venduto un milione, nel 2018 cinque volte di più. Alle scarpe, nel 2018, si è aggiunta una linea di abbigliamento yoga, le terze maglie dei più importanti club di calcio (Juventus, Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United) e l’intera divisa del team di football Miami Hurricanes.






8. Alex Bellini, esploratore

Italiano, esploratore, quarantenne, Alex Bellini è celebre per le sue imprese, come attraversare il Pacifico in solitaria su una barca a remi. La sua nuova avventura si chiama 10 rivers 1 ocean. «Navigherò i 10 fiumi più inquinati del pianeta e poi il Pacifico, su imbarcazioni che costruirò con i detriti raccolti lungo le rive», dice. Un mese fa è partito per la prima spedizione: percorrere il Gange, da Varanasi a Calcutta. L’obiettivo? Raccontare il viaggio della plastica fino al Great Pacific Garbage Patch.





9. Sea2See, start up

«Dove gli altri vedono spazzatura, noi vediamo materia grezza», dice. Così François Van Den Abeele, imprenditore belga con vocazione green, ha deciso di trasformare il problema in opportunità. Fondando Sea2See, start up con sede a Barcellona che produce occhiali usando i detriti raccolti dai pescatori catalani (una tonnellata al giorno tra plastica, corde, reti da pesca, metallo). Per un paio di occhiali si riciclano 9 bottiglie.






10. Iberostar Hotel&Resort, catena alberghiera

Sabina Fluxá Thienemann, ceo di Iberostar Hotels & Resorts, ha deciso per i suoi hotel una svolta green chiamata Wave of change. Come? Eliminando dalle camere la plastica monouso (entro il 2019 in tutti i 120 hotel della catena), usando menù che sostengono la pesca responsabile e finanziando progetti di tutela della barriera corallina, delle mangrovie e della posidonia oceanica.





11. Boyan Slat, ingegnere

Il ragazzo che salverà gli oceani ha 24 anni ed è olandese. A 16 anni propone una ricerca scolastica sull’inquinamento da plastica e ipotizza un sistema passivo che sfrutti le correnti oceaniche per raccogliere i rifiuti. Per costruirlo, a 19 anni, fonda un’ong di ingegneri (The Ocean cleanup). Il risultato di quel sogno visionario è stato calato nelle acque di San Francisco per un primo test il 9 settembre scorso. Dal 2020 andrà a ripulire il Great Pacific Garbage Patch.



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